Le Note di Garrone

Emanuele Scataglini alle NOTE DI GARRONE ci racconta la Belle Époque

Per la nostra rubrica culturale LE NOTE DI GARRONE, questa settimana siamo lieti di ospitare Emanuele Scataglini, artista eclettico e multidisciplinare come lui stesso ama definirsi, in uscita con la sua ultima opera musicale, intitolata “Belle Époque”.

Uno straordinario racconto che ci proietta nel periodo della Ville Lumiere, nella Parigi di inizio novecento, animata da vivacissimi artisti: pittori, scrittori, circensi che diedero vita ad un fervido movimento artistico e culturale. Un’atmosfera che possiamo respirare proprio in “Belle Époque”, e che abbiamo chiesto di raccontarci all’artefice del progetto:

– Buongiorno Emanuele, è uscito recentemente Belle Époque un tuo nuovo progetto musicale molto interessante, con il quale intendi ripercorrere un periodo storico ricco di fermento artistico. Com’è nata l’idea? E perché proprio la Parigi di fine ‘800 inizio ‘900?

L’idea è nata diversi anni fa quando mi imbattei in alcun letture che parlavano di artisti circensi e da cabaret come il giocoliere Rastelli e la funambola Madame Saqui.

Incominciai a pensare ad una storia ambientata in quel periodo e lavorai ad un monologo dal titolo Il Giocoliere, ovvero la storia di un uomo borghese che vorrebbe diventare un bohémien, ha come mito Rastelli e si innamora della ballerina: Sophie. Siccome sono appassionato di teatro canzone, genere poco usato in Italia, ho aggiunto al testo dei momenti di musica e sono nate molte delle canzoni che ora sono presenti nel disco. Infine sono stato invitato dal centro culturale italiano di Parigi a fare una performance al quartiere latino ed ho aggiunto altro materiale proprio partendo dalla Ville Lumiere fino a che ho completato le canzoni e pensato ai video.

– Un progetto “itinerante” che prevede il rilascio a “tappe”di diversi video a corredo dell’album. Video che stanno uscendo a cadenza settimanale sul magazine culturale Il Quorum, e che vedono il coinvolgimento di tanti bravissimi artisti. Vuoi parlarcene?

Sono sempre stato attratto dall’unione tra musica e immagini. Ho pensato che oltre al disco sarebbe stato interessante fare una video story con i personaggi del disco ed altri comprimari. Non semplici videoclip ma veri e propri cortometraggi musicali. Credo che sia un’idea molto originale nell’attuale panorama artistico. Il valore aggiunto è stato quello di collaborare con attori, giocolieri e musicisti. Grande importanza è stata data al trucco e ai costumi che sono stati presi da una sartoria teatrale e che rispecchiano l’epoca; e poi ogni video è una piccola storia a sé…

– A tal proposito, vuoi descriverci le varie caratterizzazioni ed i rispettivi interpreti?

Io interpreto diversi personaggi, il presentatore del cabaret, il bohémien, il fotografo innamorato di Sophie, il pittore. Cambio costume più volte. Poi c’é Barbara Rosenberg, che fa dei personaggi caratteristici, la giocatrice di poker Vivienne, l’alter ego di Camille Claudel, la soubrette e l’amica di Sophie. Ogni suo personaggio presenta aspetti diversi: svampita, antipatica, giocatrice spietata.
Tra gli artisti circensi abbiamo Andrea Brunetto, un bravissimo giocoliere che con molto rispetto ed un certo timore reverenziale ha interpretato il grande Rastelli e Gabriele Reboni che ha dato vita al suo Clown nella canzone Il Vino e i Sogni e ci ha stupito con le sue illusioni create dalle bolle di sapone.
Il ruolo della diva è stato affidato a Erica Meucci per Je T’Aime. Lei si è prestata con grande passione ad interpretare questo personaggio. Io quando ero bambino ho assistito a spettacoli di magia e rimanevo colpito quando le ragazze comparivano d’improvviso da bauli magici e ho cercato di ricreare quella sensazione.
Alice Brizzi ha interpretato magistralmente il ruolo di Sophie la donna giovane che fa innamorare un artista più maturo, ruolo che è toccato a me. Lei ci ha messo molta ironia, io penso che l’ironia aiuti molto le persone ad immedesimarsi negli interpreti.
Un video particolare e che ha molto appassionato gli attori è stato La Canzone della Belle Époque con tutti quei personaggi e situazioni buffe che siamo riusciti a creare. Era una giornata di quelle un po’ tetre stava tornando forte il Covid eppure siamo riusciti a divertirci e fare un video molto positivo, in questo c’è anche la presenza di Renato Spadari un maestro di chitarra classica, mio caro amico che si è prestato volentieri ad interpretare dei personaggi bizzarri.

Infine Simona Daniele canta nel video dedicato a Camille Claudel, un brano che le ho proposto e che lei sente molto. Credo che con il suo costume d’epoca e il suo viso sia stata perfetta, importanti anche i controscena di Barbara Rosenberg che permettono di ricreare quella dualità insita nel personaggio della scultrice. Simona canta Camille e Je t’aime con una voce calda ed avvolgente. Lei è anche l’interprete di Madame Saqui. Quest’ultima canzone è rimasta senza video ma io la ritengo molto bella e anche qui Simona fa una interpretazione straordinaria.

Ci sono poi due interpreti, Mitia Maccaferri e Gabriella Favaro che non è stato possibile inserire nei video che fino ad ora ho realizzato, Peccato perché per loro avevo delle idee molto originali. Purtroppo il Covid ha impedito di poter fare tutte le riprese che mi ero proposto. Chissà forse in futuro…
Mi dispiace molto perché cantano le canzoni veramente bene.
Mitia canta come se fosse un artista francese che si esibisce allo Chat Noir tutte le sere. È perfetta e sa essere molto coinvolgente e penso che abbia la capacità di seguire tutte le sfumature delle canzoni, spesso ha un tono malinconico e struggente come in Bohémien.
Anche Gabriella è bravissima, ha un’estensione di voce molto ampia e canta con molta naturalezza, in Ballata di Parigi è dolce e ironica allo stesso tempo e in Naviga e Non Affonda, crea subito dalle prime strofe la giusta atmosfera.

– È stato difficile, nel contesto dell’emergenza sanitaria, realizzare i diversi video e mettere insieme un cast ampio di interpreti?

Sì, molto difficile ma abbiamo rispettato tutte le norme di sicurezza e distanza e ho creato delle storie in cui non ci fosse nessuna vera prossimità. Devo dire che tutti si sono fidati di me e mi ha fatto molto piacere.

– Musica, teatro, letteratura… Qual è la formula di Emanuele Scataglini, per amalgamare insieme i vari ingredienti?

In Belle Époque c’è stata l’attrazione per una città ed un periodo storico; pittori, musicisti, artisti del circo, modelle sono stato spinto a seguire un approccio multidisciplinare per esplorare, da diversi punti di vista, questa epoca. Io poi per mia formazione sono multi disciplinare, mi è capitato di fare colonne sonore per video di moda, per spettacoli di danza che hanno sempre riscosso molti apprezzamenti. Penso sempre alle cose in più dimensioni ho sempre amato molto l’opera che è di per sé un insieme di forme espressive. Mi piace seguire strade diverse, ho studiato Filosofia della Musica con il grande filosofo Giovanni Piana, e Scienze dello Spettacolo studiando il teatro di Brecht: Oltre che a studiare la composizione musicale sono stato affascinato dal teatro buttandomi in prima persona e seguendo diversi seminari alla scuola Paolo Grassi di Milano e penso di avere ancora molte cose da imparare.